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Michel Fabrizio: "Punto al mondiale ma l'Aprilia fa paura"

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Michel Fabrizio: "Punto al mondiale ma l'Aprilia fa paura" Empty Michel Fabrizio: "Punto al mondiale ma l'Aprilia fa paura"

Messaggio Da PaoloZ1000 Mar 19 Gen 2010, 11:53 am

Michel Fabrizio: "Punto al mondiale ma l'Aprilia fa paura" Michel_fabrizio_03

Tre vittorie, dodici podi ed una seconda parte di 2009 da vero campione. Michel Fabrizio non è più la promessa tricolore della Superbike, ma una realtà con la quale dovranno fare i conti tutti i pretendenti al mondiale 2010, Noriyuki Haga e Max Biaggi in testa.

Il capitolino, cresciuto nel quartiere della romanina, è stato premiato in Campidoglio come “Atleta dell’Anno” insieme ai concittadini Daniele De Rossi e Giancarlo Fisichella, riconoscimento ottenuto grazie al terzo posto nel mondiale delle derivate.

La moto è la sua vita (“Ma sulle strade normali non la uso praticamente mai, ho paura”), così come la sua splendida famigliola composta dalla moglie Deborah e dai figli Nicolas e Micol, pronti a seguirlo ovunque. Vi proponiamo l’interessante intervista rilasciata da Uragano Michel a Il Messaggero.

D: Michel, come è nata la passione per le due ruote?
R: “A me piaceva giocare a pallone, ma a quattro anni mio padre mi mise in sella a una minimoto per trasmettermi la sua passione. Ho cominciato così a gareggiare a sei anni nel campionato italiano minimoto (facendo carte false, perchè non si poteva iniziare prima dei sette anni). Poi sono passato alle ruote alte vincendo a 15 e 16 anni il campionato italiano 125. Nel 2003 ho vinto l’Europeo SuperStock. Poi mi offrirono la MotoGP. Non andò bene: correvo con una WCM con motore Yamaha R1 derivato di serie. Valentino Rossi una volta mi avvicinò ai box e mi disse: “Io non ci salirei nemmeno sul cavalletto”. Poi con la SBK sono arrivate le soddisfazioni, prima con la Honda e poi in Ducati”.

D: La MotoGP resta comunque l’obiettivo di ogni grande pilota
R: “Quest’anno punto a vincere in Superbike. Qui ci si diverte molto, c’è meno elettronica, le gare sono più spettacolari e anche la gente si identifica di più con questo tipo di moto, che sono derivate di serie.”

D: Qual è stato il suo pilota di riferimento?
R: “Da piccolo mi ispiravo a Mick Doohan. Mi ricordo che a sette anni piansi per lui quando cadde e si fece male a Laguna Seca. Sono romano e quindi era inevitabile che mi ispirassi anche a Max Biaggi“

D: A parte lei, quali piloti della sua generazione vede bene?
R: “Forse Marco Simoncelli: nella scorsa stagione quando gli hanno regalato la possibilità di fare una gara in SBK ha subito fatto bene. Un altro sul quale punterei è Andrea Dovizioso“.

D: E l’avversario più pericoloso nella corsa al Mondiale Superbike?
R: “L’Aprilia è favorita, sarà la moto da battere quest’anno. Loro sono molto avanti, hanno un mezzo che è quasi più vicino alla MotoGP che alla SBK. Ma noi con la Ducati non ci tiriamo certo indietro”.

D: Che cos’è la velocità. Fa paura?
R: “Alla velocità si fa l’abitudine. Su un rettilineo come quello di Monza raggiungiamo anche i 325 chilometri orari. Nonostante questo siamo in grado di leggere perfettamente i cartelli che espongono al muretto in una frazione di secondo. Ti accorgi della velocità soprattutto quando cadi. Una volta alla seconda di Lesmo sono caduto. Mi sembrava di andare piano, ma non mi fermavo mai”.

D: Nel mondo di Fabrizio ci sono le moto. E poi?
R: “La mia famiglia, Deborah, i miei figli Nicolas e Micol. Ma anche il calcio e la Roma più di tutto. Mi è capitata una cosa terribile: qualche tempo fa ho chiesto a Micol “per che squadra tifi?” E lei ha risposto “la Juve”. Non potevo crederci. Sono rovinato. In casa mia ho sempre parlato solo della Roma. Deve aver preso dal mio padre” (che lo ha chiamato Michel come Platini, perché tifoso juventino).

D: Il calcio, una carriera mancata?
R: “Già. Faccio parte della Nazionale piloti, anche se non sempre mi chiamano. Il mio sogno sarebbe giocare un derby del cuore e segnare un gol all’Olimpico”.

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