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Honda: Hornet e CB1000R
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Honda: Hornet e CB1000R
HONDA
Braccia strette e distese ad agguantare le manopole e busto diritto sulla Hornet; in sella alla CB1000R invece sembra di avere il manubrio ad una spanna dall’ombelico, con la sensazione di essere a cavallo di una moto cortissima, con tanto peso davanti, tutto caricato sulla ruota.
Basta questo per tracciare il ritratto di due moto che non si somigliano per niente.
La 600 ha un motore fluidissimo; morbida la frizione e preciso il cambio.
Confrontato con le altre partecipanti alla prova (Monster 696 esclusa), tutte avvantaggiate da ben altre cubature e frazionamenti, appare poco pronto ai bassi regimi.
Tuttavia è bene ricordare che tra le 4 cilindri 600 giapponesi rimane il migliore, quello con più sostanza ai bassi e medi. Anche la ciclistica è quasi perfetta.
La taratura della forcella è piuttosto morbida e digerisce alla perfezione le sconnessioni, mentre il posteriore ci è parso un po’ secco, ma non troppo sostenuto. Nonostante ciò, la Hornet non delude quando si forza un po’ il ritmo. In piega, le pedane strisciano presto: un po’ più di luce a terra non avrebbe guastato. Tuttavia l’avantreno è molto comunicativo e offre da subito una grande fiducia.
La Hornet conserva tra i pregi più evidenti un’eccellente maneggevolezza. Buona anche la manovrabilità: si destreggia splendidamente nel traffico grazie all’ottimo angolo di sterzata.
Meno agile, ma pur sempre rapida nei cambi di direzione, la CB1000R che però è meno intuitiva della sorellina, soprattutto nel primo approccio e quando si comincia a spingere. L’avantreno non dà fiducia come con la 600 in inserimento e percorrenza di curva e il peso superiore (oltre 18 kg) la rende più lenta nelle reazioni rispetto alla Hornet.
Troppo morbide poi le sospensioni, specie la forcella. Dalla sua però, la CB1000R ha un motore eccellente. Si può spalancare il gas al limite dei 1.000 giri per tirarsi fuori dalle curve senza il minimo sussulto o incertezza. Il 4 cilindri Honda ha tanta coppia fin dai più bassi regimi e una spinta vigorosa in alto.
:lamps1:
www.motociclismo.it
Braccia strette e distese ad agguantare le manopole e busto diritto sulla Hornet; in sella alla CB1000R invece sembra di avere il manubrio ad una spanna dall’ombelico, con la sensazione di essere a cavallo di una moto cortissima, con tanto peso davanti, tutto caricato sulla ruota.
Basta questo per tracciare il ritratto di due moto che non si somigliano per niente.
La 600 ha un motore fluidissimo; morbida la frizione e preciso il cambio.
Confrontato con le altre partecipanti alla prova (Monster 696 esclusa), tutte avvantaggiate da ben altre cubature e frazionamenti, appare poco pronto ai bassi regimi.
Tuttavia è bene ricordare che tra le 4 cilindri 600 giapponesi rimane il migliore, quello con più sostanza ai bassi e medi. Anche la ciclistica è quasi perfetta.
La taratura della forcella è piuttosto morbida e digerisce alla perfezione le sconnessioni, mentre il posteriore ci è parso un po’ secco, ma non troppo sostenuto. Nonostante ciò, la Hornet non delude quando si forza un po’ il ritmo. In piega, le pedane strisciano presto: un po’ più di luce a terra non avrebbe guastato. Tuttavia l’avantreno è molto comunicativo e offre da subito una grande fiducia.
La Hornet conserva tra i pregi più evidenti un’eccellente maneggevolezza. Buona anche la manovrabilità: si destreggia splendidamente nel traffico grazie all’ottimo angolo di sterzata.
Meno agile, ma pur sempre rapida nei cambi di direzione, la CB1000R che però è meno intuitiva della sorellina, soprattutto nel primo approccio e quando si comincia a spingere. L’avantreno non dà fiducia come con la 600 in inserimento e percorrenza di curva e il peso superiore (oltre 18 kg) la rende più lenta nelle reazioni rispetto alla Hornet.
Troppo morbide poi le sospensioni, specie la forcella. Dalla sua però, la CB1000R ha un motore eccellente. Si può spalancare il gas al limite dei 1.000 giri per tirarsi fuori dalle curve senza il minimo sussulto o incertezza. Il 4 cilindri Honda ha tanta coppia fin dai più bassi regimi e una spinta vigorosa in alto.
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