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Alpinista italiana muore sul K3

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Alpinista italiana muore sul K3 Empty Alpinista italiana muore sul K3

Messaggio Da Nino Bike Lun 20 Lug 2009, 4:28 pm

Alpinista italiana muore sul K3

Aveva lasciato biglietto: lasciatemi lì
L'alpinista veneta Cristina Castagna, 31 anni, è morta cadendo in un crepaccio mentre stava scendendo dal K3, nella catena pakistana del Karakorum. La donna aveva scalato la montagna con il compagno, Giampaolo Casarotto. Il corpo dell'alpinista rimarrà sul K3: è ad un'altitudine troppo elevata per essere recuperato e prima di partire aveva espresso il desiderio che in caso di incidente fosse lasciata a riposare tra le montagne.

L'incidente mortale, come riferisce il Giornale di Vicenza, è avvenuto sabato scorso. Cristina aveva presentato la sua ennesima sfida all'inizio di giugno a Schio. Negli ultimi cinque anni, riferisce il quotidiano, aveva messo a segno, una dopo l'altra, delle pregevoli ascensioni oltre gli 8 mila fino a raggiungere nel 2008 il Makalu, prima donna italiana. Era soprannominata 'el grio', 'il grillo', quello scherzoso soprannome che le aveva messo il padre da piccola perché non stava mai ferma: voleva diventare una delle più grande scalatrici.

Cristina e Giampaolo aveva conquistato il K3 ventisette anni dopo che lo scalatore vicentino Renato Casarotto, morto in un crapaccio sul K2 nel 1986, che era salito per primo lungo lo spigolo nord del Broad Peak. "L'avevo davanti a me a una decina di metri quando è scivolata - ha riferito Casarotto al telefono satellitare - stavamo scendendo dal campo 4 quando Cristina è come fosse inciampata. Ha sbattuto contro alcune rocce poi è precipitata in un crepaccio. Quando l'ho raggiunta, purtroppo era già morta. Non mi sono rimaste che le lacrime".

Gli elicotteri, com'è noto, raggiungono al massimo i 5mila metri e questo significa "che difficilmente i famigliari potranno rivederla anche da morta, tanto più che lei stessa ha lasciato scritto che in caso di disgrazia avrebbe voluto essere lasciata nel tempio laico dell'alpinismo.




http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo455687.shtml
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