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Amarcord: i 40 anni della Kawasaki H1 500 Mach III
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Amarcord: i 40 anni della Kawasaki H1 500 Mach III
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L’anno che abbiamo appena archiviato, fra le ricorrenze storiche più o meno legate al mondo del motociclismo, ha visto celebrare anche il 40esimo anniversario di quella che è ancora considerata una delle più interessanti e significative moto che abbiano mai messo ruote su una strada aperta al traffico: la Kawasaki H1 500 Mach III.
Correva l’anno 1969, e mentre l’uomo camminava sulla Luna (o almeno così ci han raccontato), le moto inglesi e italiane venivano lentamente sopraffatte nel mercato dalla furia giapponese e dalla nascita di una nuova era fatta di pluricilindrici in linea e sistemi produttivi non più artigianali ma fortemente industrializzati… e arrivano i 2 tempi nelle competizioni.
La nostra Kawa fa parte di questa nuova generazione di motocicli; tre cilindri, 2 tempi e 498cc, per una potenza di circa 60cv e una coppia di 68Nm, scaricata a terra in maniera per niente pacifica. Il ronzio del suo tre-in-linea ha conquistato più di un appassionato, grazie anche alla linea aggressiva e filante, che trasmetteva velocità e leggerezza.
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Leggera lo era davvero: 174kg a secco rendevano il rapporto peso potenza più che accettabile, e per la prima volta si sentì pronunciare il termine “bara volante”, termine chiaramente ispirato alla totale disarmonia fra motori estremamente performanti e ciclistiche tutto sommato non sufficienti per gestire potenze troppo elevate.
Il concetto di bara volante, venne estremizzato da Kawasaki negli anni 70, a partire dall’evoluzione della H1, la H2 750 Mach IV (la mitica moto di Jean Raoul Ducable del Joe Bar Team), per poi arrivare alla Z con motore 900 a 4 tempi. Ovviamente altre marche hanno avuto la loro personale bara, dalla Katana della Suzuki fino alle mostruose race replica a 2 tempi della metà degli ‘80 come Yamaha RD500 o Suzuki RG 500 Gamma.
Tornando alla Mach III, la prima versione prevedeva un impianto frenante con tamburo anteriore e posteriore, poi sostituito da dischi con l’evoluzione delle versioni. Il telaio è un doppia culla fra i più classici, ancora di scuola inglese, e associato a uno striminzito forcellone, sostenuto da un doppio ammortizzatore. Anteriormente una forcella telescopica tiene in piedi un cerchio a raggi da 19″, al posteriore il cerchio è invece da 18″.
Il triplo scarico è forse la parte più caratteristica, non tanto per estetica, ma per il sound unico, qualcosa di mai sentito prima nelle strade. Il forte ronzio, accompagnato dal fumo celestino e l’odore di miscela, ha esaltato e fatto innamorare schiere di motociclisti in tutto il mondo. Con la definitiva uscita di scena dei 2 tempi nel corso di questi anni - l’argomento è ormai trito e ritrito, ma non possiamo evitarlo in questo articolo - questi elementi acquistano ancora più valore… Le generazioni che verranno, conosceranno solo la storia di questi leggendari motori puzzolenti… lacrimuccia.
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L’anno che abbiamo appena archiviato, fra le ricorrenze storiche più o meno legate al mondo del motociclismo, ha visto celebrare anche il 40esimo anniversario di quella che è ancora considerata una delle più interessanti e significative moto che abbiano mai messo ruote su una strada aperta al traffico: la Kawasaki H1 500 Mach III.
Correva l’anno 1969, e mentre l’uomo camminava sulla Luna (o almeno così ci han raccontato), le moto inglesi e italiane venivano lentamente sopraffatte nel mercato dalla furia giapponese e dalla nascita di una nuova era fatta di pluricilindrici in linea e sistemi produttivi non più artigianali ma fortemente industrializzati… e arrivano i 2 tempi nelle competizioni.
La nostra Kawa fa parte di questa nuova generazione di motocicli; tre cilindri, 2 tempi e 498cc, per una potenza di circa 60cv e una coppia di 68Nm, scaricata a terra in maniera per niente pacifica. Il ronzio del suo tre-in-linea ha conquistato più di un appassionato, grazie anche alla linea aggressiva e filante, che trasmetteva velocità e leggerezza.
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Leggera lo era davvero: 174kg a secco rendevano il rapporto peso potenza più che accettabile, e per la prima volta si sentì pronunciare il termine “bara volante”, termine chiaramente ispirato alla totale disarmonia fra motori estremamente performanti e ciclistiche tutto sommato non sufficienti per gestire potenze troppo elevate.
Il concetto di bara volante, venne estremizzato da Kawasaki negli anni 70, a partire dall’evoluzione della H1, la H2 750 Mach IV (la mitica moto di Jean Raoul Ducable del Joe Bar Team), per poi arrivare alla Z con motore 900 a 4 tempi. Ovviamente altre marche hanno avuto la loro personale bara, dalla Katana della Suzuki fino alle mostruose race replica a 2 tempi della metà degli ‘80 come Yamaha RD500 o Suzuki RG 500 Gamma.
Tornando alla Mach III, la prima versione prevedeva un impianto frenante con tamburo anteriore e posteriore, poi sostituito da dischi con l’evoluzione delle versioni. Il telaio è un doppia culla fra i più classici, ancora di scuola inglese, e associato a uno striminzito forcellone, sostenuto da un doppio ammortizzatore. Anteriormente una forcella telescopica tiene in piedi un cerchio a raggi da 19″, al posteriore il cerchio è invece da 18″.
Il triplo scarico è forse la parte più caratteristica, non tanto per estetica, ma per il sound unico, qualcosa di mai sentito prima nelle strade. Il forte ronzio, accompagnato dal fumo celestino e l’odore di miscela, ha esaltato e fatto innamorare schiere di motociclisti in tutto il mondo. Con la definitiva uscita di scena dei 2 tempi nel corso di questi anni - l’argomento è ormai trito e ritrito, ma non possiamo evitarlo in questo articolo - questi elementi acquistano ancora più valore… Le generazioni che verranno, conosceranno solo la storia di questi leggendari motori puzzolenti… lacrimuccia.
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PaoloZ1000- Reporter Freelander
- Numero di messaggi : 760
Data d'iscrizione : 29.07.09
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Località : Milazzo (ME)
Re: Amarcord: i 40 anni della Kawasaki H1 500 Mach III
se avete il padre motociclista o ex, fate vedere l'articolo.
Cadrà una lacrimuccia di nostalgia
Cadrà una lacrimuccia di nostalgia
PaoloZ1000- Reporter Freelander
- Numero di messaggi : 760
Data d'iscrizione : 29.07.09
Età : 36
Località : Milazzo (ME)
Re: Amarcord: i 40 anni della Kawasaki H1 500 Mach III
il mio una Kawasaki KLE, e prima una moto guzzi...
Re: Amarcord: i 40 anni della Kawasaki H1 500 Mach III
mio padre 2 Yamaha. Una 350 e una 600.
Ma questa Mack 3 fu una rivoluzione epocale, non fù una delle tante...
Ecco perchè i vostri padri se la ricordano.
Ma questa Mack 3 fu una rivoluzione epocale, non fù una delle tante...
Ecco perchè i vostri padri se la ricordano.
PaoloZ1000- Reporter Freelander
- Numero di messaggi : 760
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Età : 36
Località : Milazzo (ME)
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