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SBK: Se Colannino si occupasse di sport...

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Messaggio Da PaoloZ1000 Ven 18 Dic 2009, 2:00 pm

SBK: Se Colannino si occupasse di sport... 20091812Biaggi_G

Un uomo di finanza come Roberto Colannino è sicuramente abituato ad occuparsi di cose ben più importanti dell'attività sportiva di un settore che rappresenta un Gruppo della sua Galassia imprenditoriale.

Ma talvolta non fa male sognare che un uomo come lui si occupi anche di questo aspetto che in qualche modo è il simbolo di un Marchio che ha fatto un grande sforzo economico e tecnico per essere presente in un Mondiale importante come quello della Superbike.

Come ha dimostrato - con grande realismo a mio giudizio - in merito alla 250 GP e alla Moto2, ritiene importante che anche l'attività sportiva abbia un collegamento con la produzione. E, quindi, cosa c'è di meglio della Superbike che fa seguito o viaggia di pari passo con l'entrata sul mercato della RSV 4 RR?

Mentre tutti gli sforzi dovrebbero essere convogliati nella versione sportiva (superstock o superbike) della nuova sportiva di Noale, viene costruita una Moto2 che dovrebbe scendere in pista con un motore della Casa leader delle due ruote. Che senso ha?

Questa scelta ci porta indietro negli anni quando la Gilera costruì una 600 quattro cilindri con motore ...Suzuki!!!! E non eravamo ancora alla dimensione attuale di colosso del Gruppo Piaggio che può permettersi di produrre moto e scooter in grado di competere con tutti i competitors mondiali.

UNA TRADIZIONE DA CONSERVARE - Diamo per scontato che la partecipazione di Aprilia (e diremmo anche Gilera) alle corse sia indiscutibile strategicamente - soprattutto per la prima - per la promozione del Marchio.

Quindi, ci auguriamo che non vengano decisioni di fermare l'attività sportiva!! E ben venga la sponsorizzazione Alitalia, anche se questa non porterà risorse ma sicuramente avrà un buon valore di immagine.

GESTIONE EVANESCENTE - L'intervento di Colannino evocato all'inizio riguarda, però, la necessità di mettere ordine nella gestione sportiva che vede - è inequivocabile - anche grandi differenze di valutazione tra i responsabili.

Un uomo di grande esperienza come Giampiero Sacchi che non appare più ai comandi dell'attività sportiva che sembra essere gestita da altri che talvolta fanno scelte che lasciano perplessi come quella di non far provare a Smrz a Valencia, in attesa di un anticipo.
Ma le moto non si devono vendere? E allora perché non farle girare magari facendo un atto di fiducia? E dove è la promozione nei Campionati nazionali?

Per non parlare della questione Pasini che al di là della giusta difesa del corretto rapporto commerciale fa sorgere la domanda: perché impuntarsi su una moto che non potrà più essere utilizzata in futuro (salvo metterla in magazzino o venderla a un collezionista) quando la sua messa in pista consente ad un buon giovane pilota italiano di gareggiare? Persi per persi quei soldi non era meglio farla correre magari con una livrea neutra? Sarebbe stato una buona operazione non solo sportiva ma anche di immagine.

Un discorso a parte merita la scelta sul campo. Condividiamo l'ingaggio di Leon Camier in linea di principio ma non era meglio affiancare a Biaggi un pilota di primo piano? Ed ancora perché nell'italianità non si è scelto un giovane italiano? Chi ha battuto in Gran Bretagna il giovane Leon tanto da farlo scegliere? E' stata una scelta strategica per il mercato anglosassone? Forse era meglio prendere al momento giusto Crutchlow, Byrne, ecc...

Sul campo poi ci sembra di sentire la mancanza di un vero team manager (visto che Sacchi è preso o distratto o relegato da altro...) che possa interloquire - non tecnicamente dove il ruolo è ottimamente coperto da Gigi Dall'Igna - alla pari con un pilota di esperienza e valore come Max Biaggi sulle scelte e sulle strategie. Un uomo - sempre che Sacchi non torni sul campo! - come Davide Tardozzi, purtroppo non gradito a tutti.

Insomma, spiace vedere una grande squadra che non solo porta avanti scelte discutibili strategicamente ma che sembra trascurare o "sopportare" la possibilità di vincere e non solo una gara come accaduto a Brno nel 2009 nella prima stagione di Mondiale Superbike.
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