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CURVE MEDIE E VELOCI - la differenza fra il grande pilota e quello "della domenica"
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CURVE MEDIE E VELOCI - la differenza fra il grande pilota e quello "della domenica"
CURVE MEDIE E VELOCI
Se nelle curve strette tutti piegano forte, la differenza fra il grande pilota e quello "della domenica" si riscontra
soprattutto sulle curve medie e veloci, quelle dalla terza marcia in su. Entrambe sono caratterizzate da una dinamica
nettamente differente da quelle dei tornanti e delle curve strette, semplicemente perché risultano molto più influenzate
dalle forze che governano l'equilibrio e la stabilità della moto (come la forza centrifuga e l’effetto giroscopico) e per
questo richiedono più tecnica e decisione. In questo tipo di svolte la traiettoria è sostanzialmente meno spigolosa, ma
più liquida e armonica, il punto di corda è quasi sempre in corrispondenza con la metà geometrica della curva e, se le si
percorre da maestri, il raggio della traiettoria risulta pressoché costante. A differenza che nelle curve lente, nelle svolte
veloci, essendo i trasferimenti di carico più critici e dagli effetti meno controllabili, si deve cercare di mantenere la moto
più livellata, curando di terminare la frenata prima possibile mettendo l'acceleratore a "gas costante" per precaricare le
sospensioni, prima di raggiungere la corda, per poi aprire progressivamente appena si traguarda l'uscita.
Traiettorie "al bacìo"
impostare le curve medie e veloci (che per le più elevate andature in gioco sono giustamente da
considerarsi più tecniche e pericolose, indipendentemente dal loro sviluppo), risulta sostanzialmente più facile rispetto a
quelle lente perché a differenza dei tornanti e di certe curve strette di collina, si ha subito un esatto colpo d'occhio sul
loro andamento e raggio di curvatura. Per cui va soprattutto curata "al bacio" la traiettoria, frenando dolcemente quel
tanto che basta in fase di impostazione, andare in appoggio e aprire subito, curando di avere la velocità e la progressione
più elevate, specialmente se dopo l'uscita c'è un lungo rettilineo dove si possono perdere preziosi decimi. In particolare
bisogna cercare di non uscire troppo larghi sennò si sarà costretti a parzializzare ripetutamente l'acceleratore
(cioè a "mungere"...) con conseguente perdita di tempo e di velocità d'uscita.
Per fare centro subito
L'importanza di individuare lestamente una buona traiettoria deriva dal fatto che, sul veloce, le possibilità di correzione
sono più limitate (e decisamente più lente). Anche in questo caso è bene fare sempre i conti con la moto di cui si
dispone: con una Yamaha R1, per esempio, bisognerà fare in modo di avere più strada possibile all'esterno della
traiettoria (vale a dire sufficiente margine per dar sfogo alla sua incontenibile progressione), mentre con una moto più
compatta e meno potente, sul misto veloce si potrà uscire larghi e aprire tutto senza remore.
Se nelle curve strette tutti piegano forte, la differenza fra il grande pilota e quello "della domenica" si riscontra
soprattutto sulle curve medie e veloci, quelle dalla terza marcia in su. Entrambe sono caratterizzate da una dinamica
nettamente differente da quelle dei tornanti e delle curve strette, semplicemente perché risultano molto più influenzate
dalle forze che governano l'equilibrio e la stabilità della moto (come la forza centrifuga e l’effetto giroscopico) e per
questo richiedono più tecnica e decisione. In questo tipo di svolte la traiettoria è sostanzialmente meno spigolosa, ma
più liquida e armonica, il punto di corda è quasi sempre in corrispondenza con la metà geometrica della curva e, se le si
percorre da maestri, il raggio della traiettoria risulta pressoché costante. A differenza che nelle curve lente, nelle svolte
veloci, essendo i trasferimenti di carico più critici e dagli effetti meno controllabili, si deve cercare di mantenere la moto
più livellata, curando di terminare la frenata prima possibile mettendo l'acceleratore a "gas costante" per precaricare le
sospensioni, prima di raggiungere la corda, per poi aprire progressivamente appena si traguarda l'uscita.
Traiettorie "al bacìo"
impostare le curve medie e veloci (che per le più elevate andature in gioco sono giustamente da
considerarsi più tecniche e pericolose, indipendentemente dal loro sviluppo), risulta sostanzialmente più facile rispetto a
quelle lente perché a differenza dei tornanti e di certe curve strette di collina, si ha subito un esatto colpo d'occhio sul
loro andamento e raggio di curvatura. Per cui va soprattutto curata "al bacio" la traiettoria, frenando dolcemente quel
tanto che basta in fase di impostazione, andare in appoggio e aprire subito, curando di avere la velocità e la progressione
più elevate, specialmente se dopo l'uscita c'è un lungo rettilineo dove si possono perdere preziosi decimi. In particolare
bisogna cercare di non uscire troppo larghi sennò si sarà costretti a parzializzare ripetutamente l'acceleratore
(cioè a "mungere"...) con conseguente perdita di tempo e di velocità d'uscita.
Per fare centro subito
L'importanza di individuare lestamente una buona traiettoria deriva dal fatto che, sul veloce, le possibilità di correzione
sono più limitate (e decisamente più lente). Anche in questo caso è bene fare sempre i conti con la moto di cui si
dispone: con una Yamaha R1, per esempio, bisognerà fare in modo di avere più strada possibile all'esterno della
traiettoria (vale a dire sufficiente margine per dar sfogo alla sua incontenibile progressione), mentre con una moto più
compatta e meno potente, sul misto veloce si potrà uscire larghi e aprire tutto senza remore.
Re: CURVE MEDIE E VELOCI - la differenza fra il grande pilota e quello "della domenica"
in queste mi sento più portato...es alcune asse viario milazzo ed un paio in autostrada..ed proprio vero che vedendo tutta la curva si ha l'idea precisa del loro andamento...
Diabolik- Ciclista Pro
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Località : Milazzo
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